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    IL MUSEO DEL QUARTIERE


Ingresso gratuito, aperto ogni prima domenica del mesedalle 15.30 alle 19.00.

Per Info: Roberto Turchi

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LA LEGGENDA DELLE VITTORIE LEGGENDARIE Stampa E-mail

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Un giorno di fine estate una persona molto anziana era seduto su una panchina dei giardini del Porcinai all'ombra di un grande albero. Il vecchio che nella sua vita ne aveva visto, e raccontate tante di storie ai suoi nipotini, proprio quel giorno decise di raccontare la più bella quella che anche lui da piccolo aveva sempre sentito.
C'erano una volta due ragazzi giovani con la passione del cavallo e del saracino. Uno sopra una cavalla bianca di nome Baby Doll; lui dal fisico non troppo robusto in città era chiamato il "Profeta" Elia. Questo appellativo gli fu dato perché sfidò e vinse il Re Buratto colpendolo al cuore più volte. Il suo amico Gianmaria, anche lui giostratore, alto e fiero come la nobile bandiera che lo accompagnava sempre in piazza tramandata di padre in figlio e di padre in figlio ancora per molte generazioni si trovava in sella al suo Napoleone.
Era una domenica di fine estate, come oggi, molto calda che li avrebbe portati in piazza grande a dover disputare la terza giostra in un anno. Bambini miei devono sapere che i nostri giovani e valorosi cavalieri in quella lunga estate avevano passato mille disavventure. Infatti, una mattina i loro cavalli furono rinchiusi nelle scuderie del quartiere perché a un loro amico cavallo avevano trovato una malattia chiamata Anemia. Furono bloccati per giorni e mesi senza poter mai uscire ma senza mai venir meno l'amore verso i loro cavalieri. I due giostratori dovevano disputare quell'anno tre giostre del saracino perché così fu deciso dal reame. Questo non ci voleva, tre giostre da correre senza i loro cavalli, peggior sorte non poteva capitare. Furono giorni tristi per Elia e Gianmaria come si poteva fare per correre le giostre per il nostro amato quartiere. Decisero di mettersi in cammino e cercare un luogo che li potesse ospitare. Fu trovato in contea lontano dalla loro dimora, dove un cavaliere più anziano li ospitò di buon grado affidando a loro e a Santo Spirito la propria casa. Vicino a questa casa c'erano due cavalli che una gentil signora mise al loro servizio per correr giostra. Al primo saracino i nostri eroi erano derisi e dati per spacciati fin troppo presto. Essi una volta al pozzo, di gran carriera, dopo una lunga battaglia, sconfissero i loro avversari. Fu così che vinse la Lancia d'Oro del compositore Giuseppe Pietri chi ci fa venire i brividi ogni volta che ascoltiamo le note di Terra d'Arezzo. Ci furono festeggiamenti ma presto i nostri amici tornarono al lavoro dal loro maestro Martino soprannominato il Re della piazza. Si avvicinava la giostra della Misericordia quella che, dovete sapere bambini miei, era stata in Vaticano e benedetta da Papa Francesco l'unica in tutta la nostra storia del saracino. La più preziosa perché un grande scultore Theimer aveva forgiato in bronzo la sua elsa. Pochi giorni prima che i "Ragazzi Terribili" entrassero in piazza, giunse ad Arezzo un messo che annunciava al popolo che i cavalli dei nostri eroi dovevano essere liberati per correr giostra. Gioia e felicità giunsero in fretta qui ai Bastioni i cavalieri Elia e Gianmaria potevano tornare a casa. La gioia non era solo nostra ma a sentir i quattro cantoni era felicità di tutta la città di Arezzo. Qualche giorno dopo in gran segreto accadde un fatto: degli uomini vestiti con mantello nero e dal volto coperto che poco prima a un cantone gridarono "finalmente ad armi pari" si opposero all'annuncio del messo inviato dalla Roma antica. Fu così che i cavalli per altri giorni dovevano restare rinchiusi e i nostri eroi lontano da casa. La giostra della Misericordia era imminente e loro, mai persi d'animo, decisero di tornare in piazza per dar battaglia.
Fu una battaglia veloce e cruenta dove i nostri alfieri gialloblù colpirono al cuore Re Buratto e in un sol colpo vinsero la sfida. Era fine agosto e anche la seconda lancia prese la strada dei Bastioni coperta da cappotti bianchi così com’era la lancia misericordiosa.
Quella sera mentre ai Bastioni si festeggiava in quel del vicolo di chimera, della piazza di san giusto e nello slargo del colle regnava grande confusione e la notte portò solo orrendi mostri.
Fu il giorno in cui dopo i festeggiamenti i nostri cavalieri poterono tornare a casa per riabbracciare Napoleone e Baby Doll. I loro destrieri dall'abbraccio e dal lungo bacio capirono che non erano mai stati abbandonati. Pioggia e tempesta si abbatterono in settimana in città giungendo così velocemente la domenica del terzo saracino.
Tutti con la lancia in resta pronti a sconfiggere i "Ragazzi Terribili". In effetti, il primo tiro del nostro Gianmaria in sella a Napoleone fece sperare i suoi avversari. E fu così che il suo primo sfidante colpì al cuore il Re Buratto. Sembrava fatta la strada da percorrere sarebbe stata per loro in discesa mentre a noi la sorte non sembrava essere amica. Si erano dimenticati troppo presto del nostro Profeta Elia che di gran carriera anche lui andò a colpire al cuore il Re Buratto. L'araldo annunciò gli spareggi a tre che dovevano decretare il vincitore. Fu a quel punto che il nostro Gianmaria lanciando uno sguardo alla nobile bandiera salì in sella a Napoleone. Deciso e a gran carriera si lanciò di nuovo contro il Re lanciando il colpo mortale. Nessuno degli altri ebbe la forza e il coraggio di tener testa al gran cavaliere e fu così che l'araldo annunciò la Vittoria di Santo Spirito la terza lancia d'oro quella del Papà Gregorio che donò le monete d'oro per costruire la cattedrale di Arezzo.
Il nonno si fermò un attimo chiuse gli occhi e il silenzio lo avvolse per sempre.
All'improvviso si udì la voce di un bambino "dicci e poi cosa è successo?"
Il vecchio aprì gli occhi non era più solo... ai suoi occhi apparvero persone migliaia di persone chi saltava di gioia chi gridava, sorrisi, abbracci, baci. I giardini del Porcinai i Bastioni erano invasi da Colombacci e si resero conto in un sol baleno che la sua storia non era vera...
Quella storia è la realtà, la sua vita, il suo presente, la sua gioia, la sua felicità e il suo sogno di bambino che si realizzano in una domenica di fine estate grazie ai suoi eroi il Profeta Elia e il ragazzo Gianmaria dalla nobile bandiera.
GODI COLOMBACCIO... GODI NOBILE POPOLO...
questa è la tua LEGGENDA VISSUTA AL PRESENTE...
E' LA LEGGENDA DELLE VITTORIE LEGGENDARIE...
È LA STORIA...
TU COLOMBACCIO DI OGGI HAI FATTO E SCRITTO LA STORIA DELLA GIOSTRA DEL SARACINO.

 



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